Chi scrive parte da se per raccontare, sicuramente perché almeno conosce l’argomento e poi perché alla fine le esperienze umane sono più o meno tutte uguali. 

Si scrive per rabbia e per amore, di felicità, di dolore, gratitudine e rancore.
Si scrive di se perché è liberatorio, perché lo devo dire che sennò mi scoppia il petto.
Si scrive urlando, si scrive piangendo, ridendo da pisciarsi le mutande.
Si scrive con il cuore strizzato in una mano a farlo sanguinare e si scrive per raccontare il mondo per come lo vediamo.

Che il mondo sia giusto o sbagliato, non importa perché il vocabolario è pieno di parole per cambiarlo.

Si parte da se e un po’ alla volta la vita che racconti diventa un romanzo, che la realtà si dissolve piano per far posto all’avrebbe potuto andare diversamente, avrebbe potuto non essere uguale.
Non è comunque facile perché, è più difficile correggere la realtà che inventarne una nuova.

Le esperienze correggono la vita man mano che invecchi, ma non significa che impari perché io ad esempio non ho imparato mai.
Ho seguito il cuore e quasi mai il cervello, quasi quest’ultimo fosse un organo accessorio messo lì da un dio perverso per obbligarmi a non sbagliare.
Ho seguito la mia strada e disperso troppe vite, che forse qualcuna rischiava pure di piacermi. Meglio continuare a sbagliare.

Mio padre mi diceva sempre “Sei giovane, hai il diritto di sbagliare”. Me lo diceva che avevo già più di 50 anni e me l’avrebbe detto ancora se la vita non se lo fosse perso per strada.


Se l’è perso esattamente due anni fa, se l’è perso in una telefonata che iniziava con un mi dispiace.


Ho detto arrivo, ho riagganciato e poi ho gridato.
Un grido solo che adesso sono sola che non mi resta più niente, questo ho pensato.
Nel nome di quell’amore che manca, inizio da quello che resta di niente, faccio del niente una risorsa.
Parto per un lungo viaggio senza cartina stradale, senza un hotel prenotato prima di partire.
Il mio blog parte da ogni occasione mancata, parte da ogni parola non detta, da qualche bacio non dato e pure da qualche stronzata.

Non tutte le canzoni hanno un cuore spezzato, ma tutte ad un cuore arrivano sempre ed è questo che rende l’arte universale.

Sono la vostra Principessa Astronauta e vi racconto la vita per come la vedo, ne faccio brevi capitoli come se fosse un romanzo scritto con le parole avanzate da quel che resta di niente.

In loving memory of Giuseppe Delaude 8 Aprile 1943 – 2 Luglio 2018

 

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