Ci pensate mai a quanto i nostri orgasmi abbiano a che fare con la nostra autostima?

Sono 100 anni che gli esperti si interrogano sull’orgasmo femminile e dalla Rivoluzione Sessuale dei primi anni ’70 pareva fosse arrivata se non la risposta, almeno un manifesto identitario.
Il piacere come inalienabile diritto, la promiscuità come esercizio di libertà. Attraverso la lotta, le nostre madri rivendicavano per la loro vagina, pari dignità.
L’orgasmo femminile resta ancora oggi uno dei grandi misteri dell’universo. Lo si studia da anni, lo si stigmatizza come se a noi donne non fosse permesso godere, come se fosse qualcosa da reprimere. Come uno spasmo di viscere osceno. Se ne parla però sempre più spesso e spesso in modo sbagliato, come se fosse un traguardo a tutti i costi da raggiungere o un cartellino da timbrare.

Con un approccio scientifico, lo si è raccontato nella serie tv cult Master of Sex.
Lo si è celebrato in maniera divertente e dissacrante nel film Harry ti presento Sally.
Ricordate la scena del ristorante? Aah aah..ecco, quella. Avete sentito come sono brava a mentire?
Tutte ogni tanto l’abbiamo fatto per non sentirci inadeguate, per non frustrare le attese del nostro amante.
Senza esagerare, perché Mr. Sventrapapere poi se ne accorge, si prende male e non lo rivedi mai più.

Nel regno animale parrebbe che i vocalizzi prodotti dalla femmina durante il coito, abbiano la funzione di favorire l’eiaculazione del maschio. Nella specie umana, temo a volte abbiano un poco onorevole intento fraudolento, imponendo un’accelerazione al loves’ affaire.
È stato meraviglioso, tesoro. Incredibile… però adesso vai che ho una serie di Netflix da finire. No, che non puoi restare!

Solo 1 donna su 3 raggiunge l’orgasmo durante la penetrazione, ma ci arriva sempre tramite la masturbazione e la stimolazione esterna e anche piuttosto velocemente in confronto al rapporto completo. Quindi, facciamoci due domande.
Domanda uno: siamo davvero sicure di non essere ancora asservite ad un ruolo sociale che ci vuole tutte caste e pure? Quante ancora di noi vivono il sesso in una modalità “socialmente accettabile”?
Qualunque fantasia di lui durante il sesso, è lecita. Qualunque cosa di non convenzionale vogliamo noi, invece ancora troppo spesso rischia lo stigma o finisce con il “chi te l’ha insegnato?”.

Domanda numero due: Non è che durante il sesso tutte le nostre ansie saltano fuori? Per fare l’amore la corazza te la devi levare. Le scarpe col tacco te le devi sfilare ed il trucco perfetto si sbava. Sei tu, non quell’altra che costruisci allo specchio con fondotinta e rossetto.
Sarò abbastanza bella? Si sarà accorto delle smagliature che ho sul seno? Sarò abbastanza calda, abbastanza sexy, abbastanza esperta?
Ragazze, se facessero sesso solo le donne belle e perfette ci saremmo estinti qualche millennio fa.
Il desiderio risponde a regole tutte sue, perché il sesso è chimica di ormoni e corrispondenza di sensi e cuore.

Per noi arrivate subito dopo la Rivoluzione Sessuale, noi quelle della X Genaration, la verginità era un peso e non certo un valore. Ce ne dovevamo assolutamente in qualche modo liberare.
Non importa con chi, ma quell’imene da squarciare era un’inutile barriera verso il mondo che ci aspettava.
Per noi, perdere la verginità era affermare la nostra indipendenza. Un atto di disobbedienza, un esercizio di libertà appunto perché, le mie parti anatomiche non sono un premio al migliore offerente.
Il corpo è mio e me lo gestisco io.

Il patriarcato, comunque la pensiate su femminismo e parità di genere, è tutt’oggi una dominazione sessuata, perché è il desiderio maschile a dettare le regole.

Sessualizzate dagli sguardi altrui, l’idea del piacere sessuale rischia di non coincidere con la parte più intima di noi.

Di sesso con le nostre amiche ne parliamo, ma di orgasmo ne parliamo poco e non per pudore, ma perché temiamo di scoprire che sono tutte reginette del porno. Tutte tranne noi

Tutte reginette del porno, tutte orgasmo at first sight, ma se guardiamo i risultati degli studi clinici, solo il 25% delle donne lo raggiunge attraverso l’atto sessuale. Le nostre amiche evidentemente rientrano tutte nel 25% delle fortunate, oppure millantano come se il raggiungimento del piacere si fosse trasformato da diritto in dovere. Dovere: che brutta parola in amore eppure è la società ad indicare i modelli comportamentali e allora ci adeguiamo.

Lo sdoganamento del porno mainstream ormai fruibile a tutti, ha alzato l’asticella delle aspettative confondendo finzione e vita reale. Non tanto per noi adulti per il quale continua a mantenere un certo fascino proibito che lo rende eccitante, ma per le nuove generazioni, ha offerto un’immagine distorta del sesso, mortificante per le donne e inarrivabile per gli uomini.
Crederete mica che sti qua tengano un’erezione da tour Eiffel per 30 minuti senza tagli cinematografici o aiutini chimici? Crederete mica che ad una donna piaccia farsi sfondare senza pietà?
Sapete quante attrici del porno devono ricorrere ad interventi chirurgici per suturare lacerazioni anali e vaginali? Davvero può questa rappresentazione del sesso, sempre eteronormata e abilitista, essere un modello?

Uno studio statunitense, rivela che il 53% degli adolescenti intervistati invece ritiene assolutamente realistica la rappresentazione dell’intimità che l’industria del porno offre.
Questo alimenta nei ragazzi paure ed insicurezze, spesso minando la loro autostima facendoli sentire inadeguati.
Tornando all’orgasmo, nel porno tutte le signore vengono, alcune addirittura eiaculano. Se io non lo faccio o se non lo fa la mia ragazza, ci deve essere per forza qualcosa di sbagliato.

A riguardo, è esemplare la campagna del Governo Neozelandese attraverso questo video, per spiegare a genitori e ragazzi i rischi di una sessualità imparata sul web.

Eppure, porno o vita reale, continuiamo a dimenticare che è la stima di sé il primo elemento erotizzante

Continuiamo a sottovalutare quanto l’immagine che abbiamo di noi stesse, abbia un impatto a volte devastante sul raggiungimento del piacere. Sopravvalutiamo l’orgasmo a discapito di tutto il resto che magari invece è da favola.

Perdiamo di vista l’attrice protagonista e ci affidiamo alla comparsa

In tutte le scene di passione nei film lei si contorce come un’anguilla di Comacchio in preda a spasmi di piacere?
Allora deve essere così che funziona, ma se funziona così forse sono guasta.
No, non sei guasta. Il tempo medio per il raggiungimento del climax femminile è stimato in 13 minuti e mezzo. Fatevi due conti e smettetela di sentirvi inadeguate se quella volta non succede e nemmeno se con lui non succede mai.
Pensate a voi stesse ogni tanto. Pensate a voi e non solo a lui tra le lenzuola, perché lui vi posso assicurare che ce la fa benissimo da solo.

Non importano chili di troppo o inestetismi della cellulite in amore, conta la chimica e quella è pura magia di ormoni.

Recuperate voi stesse allo specchio e non nelle riviste dal parrucchiere, che avere il culo come Belen non è per noi umani.

Pensate a quanto siete sexy in ogni difetto nascosto in qualche piega dell’anima.

Guardatevi dentro, che a guardarvi fuori ci pensano già gli altri. Scopritevi belle e stupitevi di non esservene mai accorte. Lasciatevi scivolare senza opporre resistenza nel flusso del sangue, che spinge il vostro cuore in gola e poi giù in mezzo alle gambe. Spegnete il cervello, consegnatevi all’istinto.
Godetevi la vostra bellezza e affidatevi a voi stesse prima che a chiunque altro. Se vi vedete ancora brutte, allora cambiate lo specchio perché è lui ad essere guasto.

Sono la Principessa Astronauta e custudisco il mio corpo dentro lo scafandro. Ogni tanto lo tolgo per amore di me stessa e per l’amore di un altro

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